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Nel precedente contributo abbiamo capito la differenza tra profitto e cassa, da cui discende l’importanza di entrare nell’ottica di eseguire periodicamente un attento monitoraggio della liquidità aziendale.

Per analizzare se l’impresa sta creando o assorbendo liquidità, e se lo sta facendo in modo sano, occorre predisporre il Rendiconto finanziario.

Questo è un documento tanto utile quanto sottovalutato dalla maggior parte delle imprese (italiane!), in quanto il Codice Civile ne prevede l’obbligo solo per le società che redigono il bilancio in forma estesa. Stiamo parlando di società che in due esercizi consecutivi superano almeno due dei seguenti parametri:

  • attivo maggiore di 4,4 mln;
  • ricavi maggiori di 8,0 mln;
  • numero medio di dipendenti maggiore di 50.

Questo potrebbe indurre a ritenere – erroneamente! – che tale adempimento sia superfluo per le realtà più piccole, uno sterile esercizio fine a se stesso.

Ma non è così!

Il Rendiconto finanziario dispiega i suoi effetti in termini di informazioni anche con realtà ben più piccole, al punto che a tutti i livelli può senza dubbio essere considerato uno strumento indispensabile per una corretta gestione aziendale.

Ciò è tanto più vero in questi ultimi anni, in cui anche l’attenzione degli operatori (tra cui il legislatore con l’entrata in vigore a pieno regime del Codice della Crisi, le banche con l’entrata in vigore delle linee guida dell’EBA, il Fisco, ecc.) si è spostata sempre più dalla dinamica economica (facilmente alterabile con “politiche di bilancio” più o meno subdole) a quella finanziaria (più difficilmente manipolabile).

Questo perché, come recita un adagio piuttosto diffuso tra gli esperti del settore, “i bilanci si fanno per competenza, ma i fallimenti per cassa!”

Tornando al Rendiconto finanziario, i flussi di cassa vi vengono raggruppati in 3 distinte aree di riferimento:

  • attività operativa: in essa viene evidenziata la liquidità creata o assorbita dall’impresa solo con la sua operatività, vale a dire cedendo sul mercato i propri prodotti e servizi, al netto dei costi sostenuti;
  • attività di investimento: vi sono evidenziati i flussi di liquidità relativi alla gestione dell’attivo immobilizzato; si avranno dunque investimenti, rappresentati da flussi negativi, in uscita, e/o disinvestimenti, rappresentati da flussi positivi, in entrata;
  • attività di finanziamento: in essa vengono rappresentati i flussi positivi relativi ai nuovi finanziamenti ottenuti, e/o i flussi negativi relativi ai finanziamenti rimborsati.

La sommatoria dei flussi generati da ciascuna area nel corso dell’anno t rappresenta il cash flow generato  o assorbito nel corso dell’anno, e coincide con la variazione della cassa dal tempo t–1 al tempo t.

Nel prossimo articolo andremo a capire come il Rendiconto finanziario possa essere utilizzato dall’imprenditore, dal suo consulente, dal CFO o da chiunque vi abbia interesse, per acquisire preziose informazioni sullo stato di salute finanziaria dell’azienda.


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Daniele Cherubini

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